Da Trento al lago di Garda
Categoria: Traversate Partenza: Trento |
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L'ITINERARIO
Questa traversata è uno splendido viaggio che si svolge in gran parte sulla sottile linea che divide la valle dell'Adige dalla Valle dei Laghi.
La lunga e sinuosa cresta che dal Cornetto del Monte Bondone conduce sino al Monte Stivo è suggestiva e molto selvaggia.
Il panorama è sempre eccezionale: non solo una distesa di montagne senza fine ma anche i laghi nei fondovalle (lago di Cei e di Loppio da un lato, laghi di Cavedine dall'altro) ed i fiumi Adige e Sarca.
Da Trento si sale lungo la direttissima di Sardagna sino a Vaneze dunque al Norge; con leggeri saliscendi si raggiunge la meravigliosa conca delle Viote dove inizia la salita al Cornetto.
Da qui, come detto, la cresta che porta al Monte Stivo passando per numerose cime minori con una continua alternanza di salite e discese che sicuramente si faranno sentire nelle gambe (specie se si affronta questa parte di percorso nelle ore centrali di giornate estive).
Raggiunto il Monte Stivo ci si potrà ristorare e riposare al Rifugio Marchetti posto pochi metri sotto la cima.
Di qui il percorso punterà verso il lago; non ci si può però rilassare perché mancano ancora una quindicina di chilometri.
Ripresa la corsa si affronta un primo tratto di ripida discesa e si continua poi fino al Passo di S. Barbara.
Da qui, dapprima in piano e poi con successione di tratti in discesa ed alcuni ulteriori pianori, si giunge sopra l'abitato di Nago. Ora la parte finale del percorso è chiara visto che si deve solamente scendere in fondo valle.
Raggiungere Nago vi farà riprendere immediatamente contatto con la rumorosa moderna civiltà e vi farà ancor più apprezzare il viaggio affrontato in un mondo parallelo, solo qualche centinaio di metri più in alto!
Attraversato l'abitato di Nago vi sarà la possibilità di avere ancora qualche minuto di serenità prima di raggiungere Torbole ed il lago.
Se sarà stagione il tuffo in acqua sarà un premio speciale per una traversata speciale.
GALLERIA FOTOGRAFICA
PARTENZA
Di fronte alla stazione della funivia di Sardagna nei pressi del Ponte di S. Lorenzo v'è un ampio parcheggio gratuito nei giorni di sabato e domenica (parcheggio ex SIT di via Canestrini); a poche decine di metri si trova anche il parcheggio di piazzale S. Severino.
Coordinate GPS del punto di partenza:
- longitudine: 11.115356
- latitudine: 46.070181
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DEL PERCORSO
Il percorso proposto inizia attraversando il fiume Adige in corrispondenza del Ponte di S. Lorenzo per raggiungere lo storico quartiere di Piedicastello. Rimanendo sul marciapiede del lato destro di via Brescia si raggiunge il piazzale Divisioni Alpine (entrata Doss Trento).
Sul lato opposto della carreggiata v'è la segnaletica SAT che indica il sentiero 645 verso Sardagna.
Il percorso attraversa un gruppo di case sino a riportare su via Brescia; qui si trova segnale SAT che impone di girare a sinistra per affrontare la ripida strada asfaltata della “Cà dei Gai”.
Questa strada secondaria porta rapidamente ad incrociare la strada provinciale che sale al paese di Sardagna (2,32 km – 388 m).
Rimanendo prudentemente sul lato sinistro della strada (rispettando le regole del Codice della Strada) si percorrono alcune decine di metri fino ad incontrare ed imboccare una stradina sempre sul lato sinistro (segnaletica ben evidente). In pochi minuti si giunge così a Sardagna (3,28 km – 561 m.).
Si segue la strada principale per alcune decine di metri e, superata la fontana, si prende la stradina che procede dritta di fronte a noi (lasciando invece la strada principale che curva verso destra).
La segnaletica SAT è ben evidente; si segue dunque questa stradina che torna a farsi ripida sino a raggiungere un bivio con nuovo cartello SAT che ci invita a svoltare a destra lungo il sentiero n. 645 per Vaneze (4,07 km – 680 m).
Ultimi metri cementati prima di deviare a sinistra su sentiero (4,30 km – 718 m).
Il percorso ora è evidente e diretto. Il sentiero 645 porta con pendenza costante (raramente impegnativa) sino all'evidente grande croce bianca posta a lato della strada del Monte Bondone e, sempre su sentiero, all'abitato di Vaneze. Terminato il sentiero si percorrono alcuni ripidi scalini in legno posti dinnanzi a noi e si giunge al piccolo parcheggio del locale centro informazioni (6,95 km – 1315 m).
Si devia a sinistra per raggiungere stazione più a valle degli impianti sciistici del Monte Bondone. Fatte poche decine di metri e risalite le scale in ferro che adducono alle piste si intrapprende il loro lato destro (quello che rimane più vicino alla strada provinciale).
Velocemente si raggiunge la località Norge e pochi metri dopo il grande e nuovo albergo posto a bordo pista si esce sulla destra per immetterci sulla strada provinciale (7,80 km – 1450 m) che si percorrerà brevemente sempre con prudenza.
Superato un parcheggio posto a sinistra della carreggiata si raggiunge in breve un tornante sinistrorso. Qui si devia a destra per accedere ad una strada forestale (8,09 km – 1470 m). La segnaletica in legno marrone ci indica il percorso n. 11 con direzione Viote.
Pochi metri dopo l'inizio di questa stradina si tiene la sinistra e si continua, dapprima in salita e poi con leggeri saliscendi piacevolmente corribili, sino ad intersecare la “Gran Pista” (che dal Palon scende verso la Malga di Mezavia) e raggiungere la meravigliosa conca delle Viote.
Raggiungo il Centro Fondo delle Viote (12,38 km – 1566 m) le Tre Cime del Monte Bondone sono schierate dinnanzi a noi. Il Cornetto è la cima più a destra delle tre.
Procedendo in direzione del Cornetto si raggiunge in breve il punto panoramico denominato “Terrazza delle stelle” e quindi, per evidente stradina pianeggiante, un incrocio di percorsi.
Il sentiero da percorrere è evidente e la segnaletica SAT lo indica con il numero 607.
Si percorre così la Costa dei Cavai: alla nostra sinistra la val del Merlo che si addentra nella Riserva naturale integrale delle Tre Cime del Bondone, alla nostra destra i ripidi prati che scendono verso la valle di Cavedine.
La costa erbosa lascia quindi il posto all'ultimo ripido tratto roccioso che porta in cima al Cornetto (16,60 km - 2180 m).
Di fronte a noi si stende ora tutta la cresta che sarà percorsa sino a raggiungere il Monte Stivo.
Abbassatici di qualche decina di metri di dislivello si va a raggiungere il sentiero SAT n. 617 che corre evidente sul filo di cresta.
Aggirando sulla destra la cima de La Becca, superati Carboni, La Rocchetta e il Palon, dopo numerosi “su e giù” si raggiunge Cima Alta (24,40 m - 1847 m).
Il percorso è molto selvaggio, il sentiero stretto ma mai pericoloso anche se in molti punti lo sguardo precipita verso la valle dell'Adige e percorre i ripidi canaloni e ghiaioni che scendono verso est; verso ovest invece la nostra attenzione e richiamata dal gruppo del Brenta e dalla distesa glaciale del Caré Alto.
Il Monte Stivo è ora proprio davanti a noi.
Si scende piacevolmente verso Cima Bassa e quindi a La Bassa, punto d'incrocio dei sentieri che salgono da Drena da un lato e da P.sso Bordola e Castellano dall'altro (26,44 km – 1684 m). Si riprende quindi a salire dapprima sempre lungo il sentiero 617 per poi prendere il più ripido 617B che rimane sul filo di cresta con splendida vista sul versate sud – est del Monte Stivo.
Si raggiunge così la cima del Monte Stivo (27,83 km - 2059 m) ed in pochi attimi anche il sottostante Rifugio Monte Stivo P. Marchetti (28,08 km – 2012 m).
Di qui si scende lungo i ripidi prati stando sul lato sinistro del Monte Stivo sino a incrociare nei pressi di Malga Stivo la stradina (sentiero 608B) che ripidamente scende fino ad intersecare una strada asfaltata che si percorre in piano per poi riprendere sulla destra un sentiero che conduce velocemente a S. Barbara (32,87 km – 1169).
Giunti in corrispondenza dell'incrocio con la SP 48 si deve prestare attenzione: si deve infatti svoltare a destra e percorrere la strada principale in direzione Arco, transitare vicino ad un capitello (sul lato destro della strada) e dopo alcune decine di metri prendere la stradina posta sul lato sinistro della carreggiata (segnaletica SAT sentiero n. 637) che ci indica finalmente la direzione di Nago.
La stradina si dirige in piano verso sud – ovest ed in breve si raggiunge un nuovo bivio ben segnalato (33,32 km – 1174 m).
Tratti di discesa si alternano a tratti pianeggianti piacevolmente corribili sino a giungere in corrispondenza di un bivio (35,65 km – 1034 m): a sinistra si scenderebbe verso Pannone mentre a destra si continua lungo la stradina sempre contraddistinta dal n. 637 verso Malga Fiavei (925 m) che velocemente si raggiunge (36,41 km).
Si continua sempre su stradina sino a raggiungere uno spiazzo molto ampio (38,33 km – 450 m).
Prestare attenzione perché sulla sinistra è collocata segnaletica in legno marrone che ci indica la direzione di Nago ed il sentiero di qui in poi non sempre è contraddistinto dai consueti colori biancorossi: la direzione è però evidente atteso che l'abitato di Nago è proprio sotto di noi.
Si raggiungono così le prime case (via della Stazione) e si riprende contatto con il frastuono della vicina strada provinciale (39,64 km - 230 m).
Si attraversa la provinciale, si entra nel centro di Nago e si raggiunge la chiesa del paese (chiesa di S. Vigilio); lasciata la chiesa sul lato destro si prosegue per un centinaio di metri lungo via S. Vigilio fino ad incontrare segnaletica stradale che ci indica la passeggiata panoramica verso Torbole (via Strada Vecchia).
Si scende ora tra piante di ulivo con i resti di Castel Penede alla nostra destra ed in breve si giunge all'abitato di Torbole ed alle sponde del Lago di Garda (41,44 km – 68 m).
NOTE UTILI
In primo luogo l'itinerario richiede, come ogni traversata, di organizzare il rientro al punto di partenza. La soluzione più comoda è quella della corriera che si potrà prendere a Torbole ed in circa 1 h e 30' vi riporterà a Trento (passando da Rovereto). Gli orari aggiornati potranno essere reperiti sul sito di Trentino Trasporti Esercizio S.p.A..
La traversata impone inoltre di avere adeguate scorte d'acqua (oltre che ovviamente alimentari). Una volta lasciato il Centro Fondo delle Viote non si incontrano infatti altri punti acqua sino al Rifugio Monte Stivo P. Marchetti. Il tratto in questione è lungo ed esposto al sole (circa 12 km con poco meno di 1000 metri di dislivello).
Superfluo dire che giunti a Torbole vi sarà invece solo l'imbarazzo della scelta per trovare il posto giusto in riva al lago per reintegrare le energie spese e soprattutto per reidratarsi abbondantemente (specie se per il rientro si è giustamente optato per il trasporto pubblico!).
TRACCIATO GPS
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CARTINA (Le mappe di Trentino Trail Running)